Criticità e prospettive nella gestione degli impianti di depurazione in Sicilia

La Sicilia ha nel mare uno dei suoi beni più preziosi, eppure le condizioni di larga parte delle acque che circondano l’Isola sono tutt’altro che buone. Questo perché molti dei depuratori sono vecchi, talora non funzionanti o addirittura assenti. Una problematica questa che non risparmia neanche le acque interne e che sempre più sta emergendo dalle inchieste della magistratura.

Più in generale lo stato italiano è oggetto di tre procedure di infrazione da parte della Corte di Giustizia europea per cattiva applicazione della direttiva 91/271/CEE, la 2004/2034 - nelle Aree Normali con più di 15.000 abitanti, la 2009/2034 – nelle Aree Sensibili con più di 10.000 abitanti e la 2014/2059 – in più di 800 agglomerati con più di 2.000 abitanti collocati sia in aree “normali” che in aree “sensibili”. Relativamente alla procedura di infrazione 2004/2034, la Commissione ha già chiesto alla Corte di Giustizia di comminare una sanzione forfettaria una tantum di € 62.699.421,40 oltre ad una sanzione giornaliera pari a € 346.922,40 (61,3 milioni di euro a semestre) per ogni giorno di ritardo. Il rischio di una seconda condanna connessa alla procedura d’infrazione n. 2004/2034, con l’irrogazione di ulteriori e pesanti sanzioni economiche è, purtroppo, estremamente realistico. La maggior parte di queste aree sono concentrate nel Mezzogiorno e nelle isole e, occorre sottolinearlo, prevalentemente in territori gestiti direttamente dagli enti locali. Con specifico riferimento alla prima procedura duole rilevare come nella Regione siciliana risulti localizzato il 63% degli agglomerati in infrazione. Le cause sono atavicamente note ma è proprio nella perpetuazione delle stesse che risiede l’elemento più grave di colpa. L’assenza per decenni di una programmazione efficace degli interventi di adeguamento e l’incuria nel mantenere almeno in dignitosa funzione le infrastrutture già a disposizione sia nel settore della depurazione che del collettamento.

Con la nomina del prof. Enrico Rolle quale commissario straordinario unico per il coordinamento e la realizzazione degli interventi funzionali la Sicilia ha finalmente una grande opportunità, nel minor tempo possibile, di garantire l’adeguamento alle citate sentenze ed evitare ulteriori condanne. Nell’ambito del territorio il Commissario sarà il soggetto attuatore di circa 80 interventi che riguardano le infrastrutture fognarie e depurative di 42 Comuni della Regione siciliana del valore complessivo pari a circa 1 miliardo di euro.

Della importante e cogente problematica si è parlato giovedì 12 aprile, all'interno di Progetto Confort, prestigiosa Fiera dell’Ambiente ed Energia, ad un convegno organizzato dall’Associazione nazionale degli Ingegneri per l’Ambiente e il Territorio (AIAT) e l’Università degli Studi di Catania in collaborazione con AIAT Sicilia (Gruppo Acque) e con il Gruppo Gestione Impianti Trattamento Acque in Sicilia. Il convegno, patrocinato dal CURE, dal titolo “Criticità e prospettive nella gestione degli impianti di depurazione in Sicilia” ha fatto il punto sullo stato di criticità della depurazione in Sicilia e sugli sviluppi prospettici, a breve e lungo termine, attraverso il confronto con altre realtà a livello nazionale ed alcuni dei principali attori del mondo del trattamento acque, evidenziando i prossimi passi che si auspica potranno portare ad una gestione realmente sostenibile di questa preziosissima risorsa, che possa anche aiutare nel superamento dell’emergenza idrica, nel pieno rispetto del territorio e della salvaguardia della salute.

Il Convegno è stato aperto dall’organizzatore ing Giuseppe Mancini vice-presidente dell’Associazione Nazionale Ingegneri per l’Ambiente e il Territorio che ha portato i saluti del Presidente ing. Adriano Murachelli. Sono quindi seguiti i saluti del Consigliere del Consiglio Nazionale degli Ingegneri ing. Gaetano Fede e dell’ing. Salvo Cocina, Dirigente del Dipartimento Regionale Acque e Rifiuti

Ha quindi portato i saluti dell’Ordine dei Chimici e dei Fisici di Catania, il dott. Gaetano Valastro che ha anche rappresentato l’importante ruolo dei controlli svolti da ARPA.

Sono seguiti i saluti dell’ing Salvatore Alecci Presidente Associazione Idrotecnica Italiana Sezione Sicilia Orientale e del dott.Angelo Siragusa che ha portato i saluti del neonato Gruppo Gestione Impianti Trattamento Acque in Sicilia.

I lavori, coordinati dai professori Giuseppe Mancini e Gabriele Freni, rispettivamente dell’Università degli Studi di Catania e dell’Università Kore di Enna, si sono aperti con la relazione del prof. Attilio Toscano in rappresentanza del Commissario straordinario unico per il coordinamento e la realizzazione degli interventi funzionali prof. Enrico Rolle. Il prof. Toscano ha proposto una accurata rassegna delle criticità in atto nel sistema depurativo siciliano evidenziando al contempo i numerosi interventi programmati dall’Ufficio del Commissario per la depurazione delle acque in Sicilia, evidenziano gli ingenti fondi ad essi dedicati.

E’ seguito l’intervento del prof. Gaspare Viviani dell’Università di Palermo che ha affrontato il tema della sostenibilità ambientale ed economica degli interventi di adeguamento degli impianti.

Il successivo intervento tenuto dal prof. Giuseppe Cirelli del Di3A dell’Università di Catania è risultato perfettamente complementare all’intervento precedente, approfondendo con dovizia di dettaglio e accurata analisi tecnico-economica il tema del riuso irriguo delle acque reflue evidenziandone limiti e potenzialità con particolare riferimento ai sistemi di trattamento naturali.

Il prof. Fatone, dell’ Università politecnica delle Marche,  in collegamento telematico, ha prospettato il futuro degli impianti nel recupero di Materia ed Energia attraverso la presentazione del progetto SMART-plant finanziato nell’ambito di Horizon 2020 dalla Comunità Europea di cui è coordinatore.

A completamento dell’interessante quadro la prof.ssa Margherita Ferrante, in rappresentanza del Centro Studi Territorio Salute e Ambiente dell’Università di Catania, ha evidenziato quali importanti rischi per la salute pubblica la mancata depurazione dei reflui può continuare a comportare per la popolazione.

 

E’ seguita una importante e vivace tavola rotonda moderata dai professori Gaspare Viviani e Giuseppe Mancini che ha visto la partecipazione dell’ing. Salvo Cocina, Direttore del Dipartimento Acque e Rifiuti e dei rappresentanti dei principali Gestori delle Società che gestiscono il servizio di depurazione nella regione Sicilia. In particolare sono intervenuti  Angelo Siragusa, per AMAP – Palermo, Osvaldo De Gregoris per SIDRA – Catania, Luigi Lamberto per AMAM – Messina, Enrico Jansiti per SIAM –Siracusa, Andrea Gallè per Caltaqua – Caltanissetta, Giovanni Bruno per AcquaEnna – Enna. Alla tavola rotonda ha partecipato inoltre l’avv. Viola Sorbello che ha portato il punto di vista di Legambiente Catania

 

La conclusione dei lavori è stata curata dal Prof. Salvatore Barbagallo dell’Università di Catania che ha sintetizzato i principali elementi scaturiti dall’animata discussione tracciando alcune linee programmatiche necessarie per uscire dall’annosa insufficienza depurativa e avviare la Sicilia ad una piena sostenibilità nella gestione delle sue acque reflue.

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